Le tende Mycore incontrano l’architetto Alessio Princic

“L’architettura non la insegni a scuola, devi averla dentro”. Esordisce così Alessio Princic, architetto che alla docenza e alla divulgazione ha dedicato tante risorse e tante energie.

Con lui abbiamo parlato di architettura, estetica, di artigianalità e ovviamente delle tende Mycore che Princic ha scelto per vestire gli interni del VillaverdeHotel&Resort di Fagagna, in provincia di Udine.

Architetto Princic, partiamo dagli inizi: quando ha deciso che questo sarebbe stata la sua professione?
Penso la prima volta sia stata quando avevo dodici anni e aiutavo mio padre nella sua fabbrica di mobili a Cormons. Ho iniziato ad accostare colori e materiali da cui è nata una nuova collezione di arredi. Lì ho capito che sarebbe stata la mia strada. Fu poi mio nonno a propormi la selettiva facoltà di architettura di Lubiana alla quale continuo ad essere legato ancora oggi.

 

Il suo percorso all’interno della facoltà è andato ben oltre la laurea con un’intensa attività didattica.
Sono stato assistente alla facoltà di architettura, ho fatto il dottorato di ricerca e sono stato professore a contratto. Ora sono professore associato a Lubiana e ho due cattedre a Maribor, – Studio 1 che racconta le basi della composizione al secondo anno e Smart, ricerca verso un’architettura avanzata all’ultimo anno-. Trovo entusiasmante l’attività divulgativa, offre stimoli continui e permette di mantenere una mente aperta e flessibile, soprattutto in contesti transnazionali come quello in cui opero.

 

Come è cambiato nel tempo il suo approccio all’architettura?
La mia matrice è legata all’architettura organica di scuola wrightiana e all’architettura di Alvar Aalto. In quel clima ho mosso i primi passi. La coerenza e la pulizia progettuale, specchio della pulizia del pensiero, sono le chiavi da cui parte ogni mio lavoro. Nel corso del tempo i miei progetti sono però diventati sempre più caldi, ricchi, pulsanti. Sono contrario al minimalismo esasperato, perche il mondo che ci circonda non è minimale ma è ricco di colori, ombre, sfumature. Cerco di attenermi al numero di tre dettato da Armani, quasi impossibile; mi piacciono gli accostamenti di finiture diverse, le cromie; nei materiali cerco la texture, gli effetti materici perche quando la luce disegna le ombre essi sono tridimensionali, raccontano e comunicano alla vista una storia, il lavoro dell’uomo, la volontà ed il carattere di un luogo.

 

Veniamo al progetto del VillaverdeHotel&Resort
Il VillaverdeHotel&Resort è nato dalla visionarietà di Gabriele Lualdi che ha voluto realizzare a Fagagna una struttura unica dove albergo, eventi, prevenzione della salute e wellness si incontrano e intrecciano affiancandosi al golf club.

Con questa impresa lui ha deciso di fare un omaggio al Friuli e io ho voluto proseguire questo omaggio al territorio dando visibilità ai suoi personaggi e alle sue aziende. Il maestro Celiberti ha decorato i 2200 metri quadrati della hall, Snaidero, Moroso, Gervasoni hanno insieme a molti artigiani fornito e costruito su mia indicazione gli arredi, che sono stati scelti rileggendo e reinterpretando i materiali che si collegano alla tradizione, cercando cromie capaci di restituire l’atmosfera di questi paesaggi, quindi i verdi saturi , i rossi delle fioriture, l’oro dei campi di grano, colore che ho scelto per le tende Mycore usate nella hall.

 

Quelle che ha utilizzato sono tende customizzate, morbide, lontane dalle tipiche tende a rullo sulle quali lavora Mycore.
Nella ricerca di spazi caldi e avvolgenti avevo bisogno di tende che contribuissero a quest’atmosfera. È vero che Mycore lavora generalmente su tende a rullo tipiche degli ambienti minimalisti, ma è vero anche che hanno capito la mia esigenza lavorando per interpretarla al meglio. Il loro magazzino tessuti è interessante e mi ha dato la possibilità di realizzare dei colori ad hoc, una testimonianza della versatilità che caratterizza l’artigianato friulano. Sono andato da loro con una fotografia tratta da una rivista e in tre tentativi sono riusciti a restituirmi il colore che volevo ottenere.

 

La hall è un ambiente imponente, una grande sfida progettuale.
Parliamo di circa 1000 metri quadrati, visibilmente ampliati a 2200 grazie ad una copertura a triplice curvatura che ti accoglie e protegge come un nido, mentre il bianco e nero, i colori di Udine, della grande opera di Giorgio Celiberti uniscono l’interno con l’ esterno.

Per i pavimenti ho scelto un materiale molto povero ma che è presente nel nostro subconscio perché rivestiva le cantine e le terrazze dei nostri nonni e dei nostri genitori, il rosso della Simagres reinterpretato attraverso il disegno di diciassette diversi tappeti che, insieme alle tende, aiutano a definire alcuni ambienti.

 

Cromie, materiali e contrasto materico sono elementi che caratterizzano l’intero progetto.
Ho accostato marmi lucidi a muri dall’impatto opaco e grezzo, l’intonaco colorato in pasta è graffiato nella profondita della materia, il colore mattone e la texture che disegna la parete rimandano un po’ al coccio pesto e un po’ al lavoro a mano marocchino.

In questo lavoro traspare da subito la ricerca della texture che caratterizza gli ambienti interni così come le linee morbide e curve sono la peculiarità degli esterni.

 

Accanto alle tende utilizzate nella hall e nelle camere, con Mycore ha lavorato ad un progetto inedito anche per la sala congressi del Villaverde.
Si, avevo bisogno di controllare l’acustica di questo grande ambiente a pianta ovale e anche qui ho voluto giocare su materiali e contrasti così come ho fatto nel resto del progetto. Anziché utilizzare ricche pannellature acustiche, ho sfruttato i teli delle tende Mycore, disposti parallelamente su tutto il soffitto ed ancorati con delle semplici calamite alla sottostruttura in ferro. Una sorta di tecnologia – che di tecnologico ha poco – capace di rispondere perfettamente allo scopo da un punto di vista tecnico e di ricreare al contempo un effetto estetico inedito di grande suggestione.

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